Le lingue più parlate? Scopriamole insieme.
Un’economia globalizzata vuol dire avere la capacità di fare affari con tutto il mondo, ma per poterlo fare è necessario essere in grado di relazionarsi con gli altri: non è possibile concludere un accordo senza comunicare con le nostre controparti.
Purtroppo la lingua italiana non è tra le lingue più parlate a livello globale e si rende necessario quindi integrarne l’uso con quello di altri idiomi.
Al primo posto tra le lingue più parlate abbiamo il cinese mandarino, seguito dall’inglese, dall’hindustani parlato in India a fianco dell’inglese, lo spagnolo usato in quasi tutto il sud e centro America, il russo, l’arabo, il bengali usato nel Bangla Desh ed in altre regioni, il portoghese parlato in Brasile, il mely-Indonesiano ed il francese. Bisogna però ricordare che in India l’inglese è la lingua comunque più parlata perché lingua franca fra diversi linguaggi secondari.
Ora anche se il mondo è globale dobbiamo dare uno sguardo all’Europa e qui ci assiste un’infografica su quale sia la migliore seconda lingua da studiare per ciascun paese europeo:
Come mostra questo grafico di Statista la migliore seconda lingua da studiare varia da paese a paese. Per la Francia è lo spagnolo, parlato dal 33% dei francesi, per la Spagna è il francese, parlato dal 15% degli spagnoli, e lo stesso per la Germania, il Belgio e l’Italia. Purtroppo meno del 15% degli italiani parla francese e quindi si troverebbe nella necessità di studiarlo per il proprio profitto personale. Olanda, Bulgaria , Grecia, Finlandia ed i paesi dell’est Europa dovrebbero invece dedicarsi allo studio del tedesco, lingua ostica, ma anch’essa importante per l’economia moderna. Nei paesi confinanti con la Russia, come le repubbliche baltiche o la Finlandia, viene invece a prevalere la necessità del russo.
Le lingue straniere sono quindi essenziali, ma ancor più essenziale è la scelta di quella più proficua per il proprio curriculum professionale. La scelta deve essere fatta con attenzione considerando anche le proprie preferenze, perché imparare deve essere una ginnastica mentale non una tortura.
(Fonte: scenarieconomici.it)